In un articolo di Stefano Carrer su il “Il Sole 24 Ore” si
parla di un’importante mostra su Botticelli a Tokyo, il cui curatore,
Alessandro Cecchi, dichiara che la mostra da sola vale un viaggio in
Giappone. Questo accade perché è composta da un’ampia quantità di opere
prestate da istituzioni italiane e internazionali.
Benissimo: ben vengano le relazioni tra Italia e Giappone.
Ma una domanda sorge spontanea.
Il turismo è una delle attività economiche più rilevanti in
Italia, i visitatori vengono attratti anche dai tesori artistici e paesaggistici
che il nostro Paese custodisce. Perché una mostra a livello internazionale su
un pittore italiano è all’estero? Perché in Italia, culla di importanti maestri
di rilievo mondiale, questi eventi se vengono fatti spesso non sono così ben
valorizzati e di questo tenore?
Sarebbe veramente importante per il nostro Paese che qualche
magnate italiano si facesse paladino di mostre di questo genere a tutto
vantaggio della sua attività e di un indotto che potrebbe essere un efficace
motore per far ripartire veramente la nostra economia.
Perché non creare dei distretti artistici e/o delle reti di
imprese che si fanno promotrici delle risorse artistiche italiane?
Intanto nell’articolo in questione si sottolinea che in
contemporanea alla mostra di Botticelli, sempre a Tokio, si è aperta un’altra esposizione
su Leonardo Da Vinci.
Un tempo i giapponesi ci copiavano, forse è giunta l’ora che
ci rendano il favore e che prendiamo spunto dalle loro idee per valorizzare ciò
che è nostro da sempre: l’arte, il gusto per il bello e la creatività.